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Nov

Come risolvere una tendinopatia? Il PRP è la risposta!

Tutto comincia con un dolore nella zona del tendine, sintomo che aumenta tutte le volte che si compiono movimenti sia attivi sia passivi: è così che esordisce la tendinopatia, uno stato infiammatorio oggi molto comune in particolare tra coloro che, quotidianamente, compiono movimenti ripetitivi.

Alla base di una tendinopatia cronica non c’è una sola causa ma più fattori concomitanti.

· L’uso intensivo del tendine, dovuto alla ripetizione frequente di uno stesso movimento.

Questa è una condizione che si verifica più spesso di quanto si possa pensare: non ne sono soggetti, infatti, solo alcuni tipi di sportivi, ma tutti coloro che abitualmente svolgono azioni ripetitive anche in ambito lavorativo.

Per esempio, sono particolarmente a rischio i professionisti che passano diverse ore della loro giornata al computer, così come i cassieri o i dentisti.

La costante ripetizione di uno stesso movimento che insiste su un punto specifico provoca nel tempo quelli che in medicina vengono chiamati microtraumi ripetuti. I suddetti microtraumi a lungo andare usurano il tessuto, provocano retrazioni muscolari, compressioni vascolari e nervose, irritazioni e infiammazione a muscoli e tendini.

· Un’anomala risposta microvascolare, che porta a un ridotto flusso ematico al tendine.

Una ridotta vascolarizzazione riduce l’apporto di ossigeno e nutrienti, rallentando i processi riparativi e favorendo quelli degenerativi. Quando si verifica questa situazione, il corpo non può reagire adeguatamente all’infiammazione e la malattia tende a cronicizzare.

Incidono inoltre in maniera significativa:

· Eventuali patologie sistemiche come l’artrite reumatoide, l’insufficienza renale, la gotta, l’ipercolesterolemia.

· Fattori costituzionali come dismetrie degli arti, anomalie delle curve del rachide, varismo o valgismo articolare, conflitti articolari.

Quando parliamo di tendinopatia cronica, quindi, non chiamiamo in causa un’infiammazione acuta dei tendini, ma piuttosto un fallimento della riparazione del tendine stesso, associato a degenerazione angiofibroblastica. Il processo è evidente mediante specifici test istologici.

Un tendine degenerato in questo modo è molto più soggetto – per via della sua ridotta resistenza – a rotture, complete o parziali.

Inoltre, molto spesso la tendinopatia cronicizza, al punto da diventare resistente ai trattamenti conservativi (riposo, esercizio, infiltrazioni); il 33% dei soggetti affetti da tendinopatia rotulea non riesce a tornare alla completa attività sportiva per più di 6 mesi.

Per tutti questi motivi, una tendinopatia non è mai una condizione patologica da sottovalutare: va infatti affrontata tempestivamente ricordando che, molto spesso, le soluzioni tradizionali non sono risolutive quanto si spererebbe.

Tradizionalmente, il primo approccio medico prevede l’utilizzo di metodiche conservative (farmaci anti-infiammatori non steroidei, terapia fisica di tipo riabilitativo, ionoforesi, onde d’urto, tossina botulinica, infiltrazioni locali di corticosteroidi). 

La soluzione: invertire il processo di degenerazione delle cellule

Dagli inizi degli anni ‘90, con sempre maggiore interesse scientifico e applicabilità clinica, è invalso l’utilizzo del PRP (Plasma Ricco di Piastrine) per stimolare la rigenerazione dei tessuti (guarigione di ulcere cutanee), sia in ambito ortopedico (osteogenesi riparativa) sia in altri campi specialistici (soprattutto in chirurgia maxillo-facciale).

Questo perché nelle piastrine sono contenuti dei fattori di crescita in grado di stimolare la rigenerazione tissutale con un effetto sia sulla replicazione cellulare, sia sulla differenziazione cellulare stessa, a partire da cellule mesenchimali.

Questo trattamento permette dapprima di interrompere e poi di invertire il processo di degenerazione del tessuto che è alla base della patologia.

Le patologie su cui è possibile ottenere un risultato significativo sono numerose:

– Epicondilite (“gomito del tennista”), una dolorosa infiammazione dei tendini che si inseriscono sulla sporgenza ossea laterale del gomito;

– Epitrocleite: una tendinopatia del tendine d’inserzione comune dei muscoli flessori del polso e delle dita;

– Fascite plantare: un’infiammazione cronica della fascia plantare del piede;

– Tendinopatie croniche a carico del tendine d’Achille, del tendine tibiale posteriore e del tendine rotuleo (“knee jumpers” o “ginocchio del saltatore”);

– Tendinite ischio-crurale: una muscolo-tendinopatia dell’inserzione prossimale dei muscoli ischio-crurali, situati nel retro coscia.

– Pubalgia: una tendinopatia dei muscoli addominali e adduttori della coscia.

– Trocanterite (o periartrite dell’anca): un’infiammazione dei tendini che si inseriscono sul grande trocantere e della borsa sierosa che li ricopre.

– Periartrite scapolo-omerale: un’infiammazione di uno o più tendini della spalla, noti nell’insieme come “cuffia dei rotatori”.

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