09
Ago

Il PRP: che cos’è e quali sono le sue applicazioni in ambito ortopedico

Grazie a un’elevata concentrazione di fattori di crescita piastrinica in piccole quantità di plasma, il PRP riduce il dolore, migliora la funzionalità articolare e stimola i processi di guarigione di diversi tipi di tessuti.

Negli ultimi anni la Medicina Rigenerativa ha preso sempre più piede ed è cresciuto l’interesse nei confronti del possibile utilizzo delle terapie biologiche, in particolare dei fattori di crescita, nel trattamento conservativo di patologie articolari degenerative, ossee e muscolo-tendinee.

In questo contesto molti studi sono stati condotti sul plasma ricco di piastrine (PRP)

che, come suggerisce il nome, contiene una concentrazione elevata di piastrine.

Una procedura efficace e sicura

Il PRP è stata la prima vera terapia biologica utilizzata nel campo dell’Ortopedia ed è diventato una delle opzioni praticate in tutto il mondo grazie alla facilità d’impiego e al profilo di sicurezza elevato.

La sua azione è correlata al rilascio, da parte delle piastrine, di fattori di crescita che sono in grado di stimolare in modo naturale e selettivo la rigenerazione e la guarigione dei tessuti muscolo-scheletrici lesionati, anche attraverso la stimolazione della proliferazione delle cellule staminali.

Il PRP garantisce un’elevata concentrazione di piastrine in un piccolo volume di plasma attraverso una procedura la cui sterilità è assicurata dall’utilizzo di dispositivi monouso a circuito chiuso.

• Al paziente viene effettuato un prelievo di sangue (60 ml al massimo).

• In seguito a centrifugazione, le piastrine vengono separate dalle altre componenti del sangue ottenendo 3-6 ml di concentrato piastrinico (gel piastrinico), contenente un numero di piastrine molto superiore al livello normalmente presente nel sangue.

• Il concentrato viene iniettato nella sede della lesione (articolazione, legamento, muscolo o tendine).

Le infiltrazioni possono essere eseguite sia in ambulatorio sia in ambito chirurgico, a seconda della patologia e della zona da trattare e, se effettuate nei tendini e nei muscoli, eventualmente precedute da un’anestesia locale.

Trattandosi di una terapia autologa (il concentrato è ottenuto da sangue prelevato dal paziente stesso) la procedura è sicura e non presenta rischi.

Le applicazioni in Ortopedia-Traumatologia
Il PRP rappresenta una strategia utilizzata nell’ambito della Medicina rigenerativa per supportare il processo di guarigione tissutale in molteplici campi e anche nel trattamento di diverse patologie ortopediche e traumi sportivi.

Il PRP è andato così ad aggiungersi alle altre opzioni (infiltrazioni di cortisonici e acido ialuronico) utilizzate nel trattamento conservativo di problematiche a carico di articolazioni, tendini e muscoli.

In particolare, può essere utilizzato per il trattamento di:

• lesioni legamentose del ginocchio e della caviglia
• lesioni muscolari
• tendinopatie croniche
• pseudoartrosi
• osteoartrosi di spalla, anca, ginocchio e caviglia non in fase avanzata
• lesioni cartilaginee.

L’efficacia del PRP nel trattamento delle tendinopatie è stata ampiamente studiata e documentata, sia in vitro che in vivo, con risultati positivi in diverse condizioni:

• epicondilite (il cosiddetto “gomito del tennista”)
tendinopatia rotulea (il “ginocchio del saltatore”)
• tendinopatia del tendine d’Achille
• tendinite della zampa d’oca
• tendinopatie della cuffia dei rotatori
• fascite plantare

Le infiltrazioni di PRP rappresentano inoltre un valido strumento nella terapia conservativa dell’osteoartrosi lieve-moderata in virtù della loro capacità di ridurre la risposta infiammatoria e il dolore e di indurre un miglioramento funzionale, come dimostrato da numerosi studi clinici. Nelle fasi iniziali della patologia artrosica, la terapia con PRP può rivelarsi decisiva e consentire di sospendere o quantomeno rinviare il ricorso a un intervento chirurgico invasivo come quello di artroprotesi.

Il PRP può essere utilizzato anche per accelerare la fase di cicatrizzazione dopo un intervento chirurgico e consente di ottenere una riduzione del sanguinamento e del dolore e un più rapido recupero post-operatorio.

Può infine rappresentare una valida soluzione anche nei pazienti non più responsivi ad altri trattamenti infiltrativi, con un beneficio superiore rispetto all’acido ialuronico in termini di durata dell’effetto.