23
Ago

Il ruolo del legamento protesico artificiale nell’atleta over 45

Un’opzione in grado di assicurare stabilità al ginocchio in tempi rapidi e con un trauma chirurgico minimo 

Le lesioni dei legamenti del ginocchio, spesso correlate a eventi traumatici distorsivi, sono eventi di comune riscontro in ambito sportivo. Il legamento più frequentemente interessato da questo tipo di lesioni è il crociato anteriore, che svolge un ruolo cruciale nella stabilizzazione dell’articolazione del ginocchio. 

A causa della scarsa vascolarizzazione e della sua posizione intra-articolare, questo legamento ha una capacità ripartiva molto limitata e in caso di rottura è necessario ricorrere a un trattamento chirurgico ricostruttivo, che può essere effettuato con diverse tecniche e differenti materiali di innesto:

• l’autotrapianto prevede l’impiego dei tendini dei muscoli semitendinoso e gracile o del tendine rotuleo prelevati dal soggetto stesso
• l’allotrapianto prevede la ricostruzione del legamento con trapianto da un donatore (cadavere) 
• l’utilizzo di legamenti artificiali rappresenta un’alternativa al legamento biologico con minor rischi di rigetto e tempi di recupero ridotti.

LARS: che cos’è…

Tra i legamenti artificiali oggi disponibili particolarmente interessante è il LARS (Ligament Advanced Reinforcement System), un legamento biocompatibile di nuova generazione progettato da un chirurgo francese, il professor Laboreau, per prevenire i tassi di fallimento osservati con i primi legamenti sintetici, ritenuti non adeguati per via di complicanze meccaniche (rottura dell’impianto) e infiammatorie (forti sinoviti). 

Il LARS è composto da due parti: 

  • un segmento intraosseo costituito da fibre longitudinali in polietilene tereftalato (PET) legate da una struttura a maglia traversale
  • un segmento intra-articolare costituito da fibre longitudinali parallele attorcigliate a 90 gradi. 

Le peculiarità strutturali del LARS ne fanno il legamento artificiale che più si avvicina al legamento crociato naturale, in termini sia meccanici che anatomici. 

I dati disponibili nella letteratura scientifica documentano per il LARS esiti sovrapponibili a quelli ottenuti con i tendini dei muscoli gracile e semitendinoso, e privi di complicanze.

L’impianto del LARS consente di raggiungere un miglioramento significativo della qualità di vita, con buoni risultati sia clinici, sia in termini di soddisfazione da parte del paziente.

… e quando si utilizza

Attualmente l’uso del LARS, che permette un recupero post-operatorio più rapido e un veloce rientro all’attività lavorativa/sportiva, è riservato a situazioni specifiche, in cui un ruolo cruciale è giocato dall’età. 

La sostituzione chirurgica del legamento crociato anteriore con LARS viene infatti eseguita negli atleti over 45 con lesione legamentosa completa. Indicazione stringente, ma che coinvolge un buon numero di pazienti se si considera che attualmente gli ultraquarantenni costituiscono una quota consistente, e peraltro in continua crescita, nel mondo sportivo.

Si tratta di un intervento mini-invasivo eseguito con tecnica artroscopica che, attraverso piccole incisioni e strumenti specifici, garantisce un breve ricovero e un recupero funzionale repentino, anche in relazione alla brevità del periodo di immobilizzazione che assicura un miglior mantenimento del tono muscolare. Nella quasi totalità dei pazienti l’intervento determina solo un lieve gonfiore e il dolore post-operatorio è limitato.

La mini-invasività della procedura, unita alla capacità del LARS di conferire una pronta stabilità al ginocchio, rende l’impego di questo legamento artificiale utile anche in presenza di lesioni multilegamentose e in caso di revisioni chirurgiche,in cui la disponibilità di tessuto autologo per la ricostruzione è limitata.

In definitiva, nella gestione delle lesioni del crociato in pazienti selezionati, i LARS consentono una fase riabilitativa di durata ridotta rispetto ad autotrapianto e allotrapianto, con un rapido recupero della stabilità del ginocchio e una ripresa precoce dell’attività quotidiana e sportiva, senza i rischi di rigetto dell’allotrapianto e le lesioni correlate all’asportazione di strutture autologhe dell’autotrapianto.