01
Lug

Sport e lussazione della spalla, cosa fare?

La spalla è un’articolazione molto complessa coinvolta nei più svariati movimenti del braccio. Questa estrema mobilità espone però l’articolazione al rischio di lussazione ovvero la fuoriuscita della testa dell’omero dalla sua sede naturale. I giovani sportivi sono i più a rischio, e alcuni sport ne aumentano il rischio.

Cosa fare quando la spalla si lussa? Risponde il dottor Carlo Emanuele Sala, ortopedico ……..

Nella maggior parte dei casi la lussazione della spalla si verifica in seguito a traumi. Sport di contatto come calcio, rugby o judo possono causare situazioni in cui uno scontro violento o una caduta inaspettata espongono la spalla al rischio di lussazione. Accade quindi che l’articolazione composta da testa dell’omero e quella parte di scapola chiamata glena, perda i suoi normali rapporti articolari e fuoriesca. Tra i fattori che favoriscono la lussazione di spalla, l’instabilità legata alla predisposizione può essere causa di lussazione anche in assenza di traumi veri e propri. In questo caso si parla di lassità capsulo-legamentosa, spesso associata a sport che prevedono gesti overhead come il tennis, la pallavolo o la ginnastica artistica

La spalla è “uscita”. Cosa fare?

«La prima cosa da fare è recarsi al pronto soccorso – raccomanda il dottor Carlo Emanuele Sala, ortopedico – evitando rimedi fai da te per riportare la spalla nella sua sede. Infatti, potrebbero essere presenti eventuali fratture associate alla lussazione che solo una radiografia può escludere. Solo dopo la radiografia, il personale sanitario interviene eseguendo le opportune manovre di riduzione, poi gli esami diagnostici specifici (TAC o RMN) per valutare eventuali danni ai tessuti molli (legamenti, tendini, muscoli). Infine, il braccio del paziente viene messo a riposo in un tutore da portare da 2 a 4 settimane a seconda della gravità della lussazione, a cui seguirà un periodo di riabilitazione di circa 3 mesi allo scopo di recuperare la normale mobilità articolare rinforzando i muscoli della cosiddetta “cuffia dei rotatori”, ovvero i muscoli deputati al contenimento e stabilità della testa dell’omero all’interno della cavità glenoidea»

Cosa fare se la spalla “esce” ancora?

Quando gli episodi di lussazione sono ricorrenti, si parla di recidive. «Accade soprattutto in pazienti giovani o con richieste funzionali elevate – spiega l’esperto -. Sebbene la riabilitazione muscolare serva proprio a ridurre il più possibile il rischio di recidive, tuttavia può non bastare a evitare il rischio di eventi lussativi che, nel lungo periodo possono esporre la spalla ad artrosi precoce, e rovinare il cercine glenoideo, una specie di guarnizione che si trova sulla glena e ha la funzione di “ammortizzatore” dell’articolazione. In caso di recidive, quindi, l’intervento chirurgico diventa improrogabile».

Terapia conservativa o chirurgica: in quanto tempo guarisce la spalla?

«Non è possibile definire un tempo standard di guarigione – conclude il dottor Sala -. Sia in caso di terapia conservativa sia in caso di intervento chirurgico, la valutazione va fatta dall’ortopedico dopo che il paziente ha affrontato la fisioterapia e tenendo conto dell’età, delle caratteristiche del singolo soggetto e dell’attività fisica che si tornerà a fare. Se si seguono i consigli del medico e del fisioterapista, assieme alle opportune terapie, nella maggior parte dei casi il recupero e il ritorno alla normale attività sportiva sarà completo».


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